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Risveglio a Little India: energia e incontri improvvisati
La sveglia suona verso le otto del mattino, nel dormitory dell’ostello a Little India. Mi alzo ancora un po’ frastornato dal fuso orario, ma bastano una doccia veloce e una colazione improvvisata con degli sconosciuti nell’area comune per rimettermi in piedi. C’è un’energia speciale in quei tavoli condivisi: ognuno ha la sua storia, il suo zaino, il suo punto sulla mappa.
Esplorando Chinatown: mercati, templi e pioggia tropicale
Poi via, a girovagare per la città. Senza una meta precisa, solo il desiderio di perdermi tra i quartieri.
Andando verso Chinatown a piedi, incrocio subito un mercato colorato e rumoroso cattura la mia attenzione. Accanto, noto un tempio induista: Lo Sri Krishnan Temple. Mi tolgo le scarpe ed entro, curioso. All’interno è in corso una cerimonia. È il primo di tantissimi templi che visiterò durante il viaggio, e già qui sento quella sensazione di rispetto e pace che si respira appena si varca la soglia.
Il Buddha Tooth Relic Temple: spiritualità e meraviglia
Poco dopo visito il Buddha Tooth Relic Temple, una delle meraviglie spirituali di Singapore.
Un tempio buddista moderno e imponente, con tetti rossi e oro, custodisce quella che si dice essere una reliquia del dente del Buddha. All’interno, c’è una sala principale riccamente decorata, con statue dorate, tessuti colorati, e monaci che pregano in silenzio.
Salgo anche ai piani superiori: al terzo c’è un museo con reliquie, manoscritti e oggetti sacri; in cima, un giardino sul tetto con una ruota di preghiera e orchidee.
Resto lì oltre un’ora, anche perché nel frattempo si abbatte uno di quei classici temporali tropicali improvvisi. Mi rifugio tra le statue e il silenzio.
Quando il cielo si calma, riprendo il mio cammino.
Tra i vicoli di Chinatown e il cibo speziato
Chinatown è un quartiere dalle mille sfumature: grattacieli che spuntano all’improvviso dietro lanterne rosse, centri commerciali iper moderni, ma anche vicoli più autentici, sporchi, veri, dove capita di incontrare anche dei simpatici signori intenti a giocare a Xiangqi, una sorta di scacchi cinesi.
Mi fermo a mangiare in un ristorantino vegetariano, poco fuori dalla strada principale. Il cibo è sorprendentemente buono, semplice e speziato, perfetto per ricaricare le energie.
Il quartiere arabo e la festa musulmana
Attraverso la città fino al quartiere arabo, dove visito la celebre Masjid Sultan. La moschea è bellissima dall’esterno, con la sua cupola dorata che risplende al sole, mentre l’interno è semplice e ordinato.
Qui, quasi per caso, mi imbatto in una festività musulmana. Le strade sono piene di gente vestita elegante, famiglie intere, bancarelle di dolci e preghiere diffuse nell’aria.
Sri Veeramakaliamman Temple: colori e riti induisti
Torno poi a Little India per visitare il Sri Veeramakaliamman Temple, un tempio induista che sembra uscito da una tavolozza di colori. All’interno trovo una cerimonia in corso: incensi che bruciano, suoni rituali, e decine di statue di divinità. Le persone pregano, si inchinano, offrono fiori. È un momento che mi tocca profondamente, difficile da descrivere a parole.
Incontro inaspettato con un amico a Singapore
Poco dopo, apro Instagram per condividere una storia… e arriva un messaggio incredibile.
Un mio amico dentista campano, che lavora a Milano, mi scrive chiedendo se fossi davvero a Singapore. Anche lui era lì, in vacanza con degli amici, arrivato dall’Australia dove stava studiando inglese. Un incrocio pazzesco. Ci organizziamo per vederci la sera stessa.
Marina Bay: spettacolo di luci e serata a Clarke Quay
Torno in ostello, doccia veloce, e poi di nuovo in metropolitana.
Questa volta arrivo a Marina Bay con il giusto anticipo, e riesco finalmente a vedere lo spettacolo di luci e acqua: i giochi di proiezioni sullo sfondo dei grattacieli sono suggestivi e ipnotici. Dopo lo show, resto a lungo a camminare sul lungomare, proprio sotto l’imponente Marina Bay Sands. Un gruppo suona musica dal vivo, e io mi fermo ad ascoltare. L’aria è calda, ma non afosa. La città è viva, ma non aggressiva.
Riflessioni finali: un primo impatto indimenticabile
Alla fine incontro il mio amico e i suoi amici.
Andiamo insieme a Clarke Quay, una zona piena di ristoranti e bar sul fiume. Ceniamo lì, chiacchieriamo come se ci fossimo lasciati il giorno prima, e poi ci salutiamo.
Torno in ostello stanco, ma colmo di gratitudine.
Singapore, con la sua bellezza ordinata e i suoi imprevisti perfetti, mi ha già regalato due giornate dense. Il viaggio è appena cominciato, ma dentro di me so già che sarà indimenticabile.
2 risposte
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La lettura è molto fluida e interesante, mi piace il fatto che hai collegato le foto alla descrizione di tutti gli eventi. Grazie
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Grazie a te. Mi fa piacere che ti piaccia. Dal capitolo 10 in poi inizia il viaggio, quello vero. Ti consiglio di seguirlo :-)
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